domenica 19 ottobre 2008

Questo è il testo del documento con cui lanciammo tra la cerchia di amici il progetto 42@42.

Manifesto del MARATHONYSMO

Milano, 20 Ottobre 2007


  1. Noi vogliamo metterci alla prova e affrontare con ardimento e temerarietà una grande sfida.
  2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione al sovrappeso e all'inattività saranno elementi essenziali della nostra azione.
  3. La nostra azione esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo invece esaltare l'uomo nuovo fatto di movimento aggressivo, insonnia febbrile, passo di corsa, salto mortale, schiaffo e pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della corsa. Un gesto atletico ricco di sfida, la ricerca del miglioramento continuo, un uomo che affronta i propri limiti… Una corsa determinata, che aspira al grande e all'epico, è più bella di qualsiasi altro sport.
  5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che corre, la cui scarpa mangia l'asfalto e il cui pensiero è lanciato a corsa, esso pure, sul percorso da compiere.
  6. Bisogna che l'uomo nuovo si prodighi con ardore, impegno e determinazione, per aumentare l'entusiastico fervore di chi lo circonda.
  7. Non v'è più bellezza se non nella sfida. Nessuna azione che non abbia un carattere sfidante può essere accettata. La corsa deve essere concepita come un violento assalto contro le forze della sedentarietà, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo nuovo.
  8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli...! Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata la sfida eterna al percorso e la resistenza onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra all'inerzia e al sovrappeso – sola igiene del mondo –, l'approccio scientifico, il miglioramento, il gusto per la fatica, il gesto distruttore dei lipidi, le belle idee per cui ci si sfida e il disprezzo dell'inazione e dell'inoperosità.
  10. Noi vogliamo distruggere i luoghi comuni, le abitudini, i pregiudizi d'ogni specie, e combattere contro il nonfateipirlismo, il tantononcelafaretemaismo, il nonvogliomorirgiovanismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
  11. Noi prenderemo parte alle grandi folle agitate dalla corsa, dal piacere e dall'adrenalina: saremo parte del corteo multicolore e polifonico nella capitale morale del mondo nuovo; ci esalteremo di fronte al vibrante fervore del viaggio e della notte precedente, incendiata da violenti pensieri; entreremo nelle stazioni ingorde, divoratrici di serpi elettriche; sorpasseremo i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l'orizzonte; ci commuoveremo di fronte alla striscia arancione e ai numeri che sanciranno la nostra vittoria; proveremo l'emozione di riabbracciare i nostri cari, partecipi dell'impresa compiuta; gusteremo la rigidità del corpo del giorno successivo; ci addormenteremo vincitori sul volo scivolante dell'aeroplano al ritorno, il cui motore garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È oggi che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di sfida travolgente e incendiaria col quale fondiamo il MARATONYSMO perché vogliamo liberarci dalla cancrena di professori, svogliati e sedentari. Già per troppo tempo siamo stati in balia della nostra paura. Noi vogliamo liberarci dai timori e dai condizionamenti e affrontare con coraggio e temerarietà la sfida pura.


Coro, Fave, Massimo.

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