Mentre per Ste e Fave l'adrenalina sale, per me sale per il momento l'emozione di essere tra meno di una settimana nella "grande mela". Non ho mai avuto il mito degli USA, ma l'idea di mettere piede a New York, e per la prima volta, semplicemente mi galvanizza.
Solo pronunciare i nomi di Manhattan, Queens, Brooklyn, Bronx, Ellis Island mi dà i brividi.
Mi sembra di entrare dritto dritto in un qualcosa che sta a metà fra un libro di storia, un film di gangster e un'idea astratta. E l'immaginazione salta, con pochissima coerenza, dalle riprese in bianco e nero degli immigrati italiani ai "Guerrieri della notte", da Simon & Garfunkel all'11 Settembre... e forse proprio lì sta il bello di avvicinarsi a NY.
Quanto alla mia preparazione "atletica", beh, lo sapete... è quella che è.
Oggi pomeriggio mi sono fatto 2 ore e 10 di corsa in aperta campagna da buon provinciale, ma non chiedetemi il ritmo, non ve lo saprei dire. Ho sempre corso per rilassarmi e staccare il cervello e l'imposizione della corsa per la preparazione è stata per me, lo ammetto, una sofferenza.
Quando mi sono fermato vedevo le mie spalle "fumare" come se stessi andando a fuoco.
Ora ho le gambe dure e l'interno coscia arroventato, e mi spaventa pensare cosa vorrà dire affrontare 42 km di corsa (o di cammino).
D'altronde non ho ambizioni di concludere la maratona in un certo tempo, mi basta solo esserci, viverne il clima ed arrivare alla fine, in qualunque stato fisico mi troverò.
Anzi forse la soddisfazione sarà ancora più grande, nel vincere con fatica e rabbia la stanchezza, i dolori muscolari che già a 21-22 km cominciano a tormentarmi e la tentazione di mollare.
La mia sarà una maratona tutta in salita, altro che il ponte di Verrazzano!
Buona notte.
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