Ormai è più che lampante, soffro il caldo in maniera anomala e in questi periodi di afa mi trasformo in un pivello della corsa che ha difficoltà a completare anche 10 km di seguito.
Credo anche di aver capito la ragione: nello svolgimento di ogni attività compresa la corsa ho sempre sudato molto poco. Siccome il sudore è un elemento che favorisce la termoregolazione corporea - cioè contribuisce a "espellere caldo" dal nostro corpo - evidentemente, quando corro con queste temperature esterne, il mio meccanismo di regolazione si inceppa e soffro in maniera incredibile.
Questa è a mio avviso la ragione delle prestazioni davvero poco esaltanti di questo periodo, a cominciare dalla StrAssago di circa un mese fa quando, complice la prima giornata davvero calda della stagione, ero stato costretto a rallentare e a far ricorso a ogni energia residua per completare i 15 km del percorso.
Da lì in avanti è stato un susseguirsi di uscite completate con grandissima fatica fino a Domenica scorsa 14/06 quando con Massimo abbiamo corso una tapasciata di 21 km a Casalpusterlengo e sono arrivato dopo oltre 2 ore e mezza in condizioni fisiche pessime. Pur iniziando a correre alle 8.10, la temperatura esterna era già oltre i 25 °C e col passare del tempo è ulteriormente salita e ha trasformato le strade di campagna del percorso - peraltro totalmente esposte al sole - in una sorta di brughiera cocente.
Ho un'unica soluzione per evitare di rimanere intrappolato dal caldo: correre la sera tardi o la mattina presto. L'altroieri sono uscito alle 23.30 per una seduta di ripetute, stasera uscirò alle 23 circa per i 10 km di medio, Domenica voglio uscire non più tardi delle 6.30 per completare i 24 km previsti dalla tabella per la preparazione alla Maratona del Lago di Garda. E' ovvio che non sia piacevole puntare la sveglia alle 6 anche di Domenica, ma è l'unico modo per evitare la calura...
Ciao, Stefano.
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